lunedì 18 maggio 2015

Quel disagio chiamato Grigliata

Molti di voi, già alla sola lettura del titolo di questo post, mi punteranno il dito contro, come il peggior concorrente dell'Eredità, per dirmi che sono un hater. Ok, devo essere onesto: un po' lo sono. Ma lo sono come tutti. In questo caso però non si tratta di essere hater, ma di constatare una delle cose che mi mettono più a disagio nella vita: la grigliata.

Facciamo un piccolo preambolo. Sono nato e vivo in città. Sono quello che Esopo definirebbe un mus urbis, un topo di città. La mia filosofia di vita si potrebbe riassumere in una frase di Woody Allen:  

"La mia analista dice che devo vivere in campagna, e non a New York! E io non posso! Facciamo sempre la stessa discussione. La campagna mi innervosisce: ci sono i grilli, e il silenzio, e non sai dove andare dopo cena, e le reti alle finestre con le falene morte spiaccicate... A parte l'eventualità di visite dei Manson e altre famiglie di Satana..."


Ecco. La campagna mi mette a disagio, molto. Il rumore delle cicale mi mette a disagio, molto. E quella sfilza di villini tutti uguali uno di fianco all'altro, che nei mesi autunnali vengono inghiottiti dalla nebbia e dalla filosofia di vita "Pijama all day long", mi mettono a disagio pure loro, e molto. Sia chiaro che parlo della campagna adiacente a Milano, che odora proprio di disagio. Ma in ogni caso la campagna è un luogo che sfuggo, se posso evito, e tutt'ora mi mette a disagio. Mia mamma racconta di un episodio della mia infanzia, quando al rientro da una gita fuori città in cui ero stato particolarmente agitato, mi sono addormentato in macchina e al risveglio davanti alle luci citttadine e ai palazzi alti mi sono lasciato andare ad un sonoro "Casa mia". Tutto questo a 2 anni. Manco E.t era così felice quando arrivano a prenderlo.

VOGLIO VIVERE COSì

Fatto questo ulteriore preambolo, so già che molti di voi avranno chiuso questa pagina pensando che sono pazzo. Amen, ognuno c'ha le sue fisime. Io ho questa. Get over it.

Tutto questo ci riporta a bomba al tema iniziale. Sì, perchè la grigliata mi ricorda proprio quel mood. Perchè un conto è fare una grigliata al mare nella baia californiana, un conto è farla fuori a Milano con i Perez e il succo Bravo. O ancora peggio, a quel luogo che non so neanche come definire chiamato I D R O S C A L O.

ed è subito Perez

Tutto questo perchè la mia vita è un apostrofo rosa tra le parole Expectation e Reality. Che poi l'apostrofo non c'è, ma avete capito il messaggio.

EXPECTATION
EXPECTATION


EXPECTATION 


REALITY

In questa stagione iniziano quindi gli inviti alle grigliate, che sono super soltanto perchè si sta in compagnia ma per il resto sono true disagio. 
La grigliata media inizia con la scelta di cosa comprare per cena e di solito si finisce per prendere 9000 kg di carne che nessuno mangerà e pacchi di San Carlo e pane per fare le bruschette sulla piastra, che fanno subito trasgressione. 
La gente nel 2015 non ha ancora capito che per fare una buona brace ci vuole un'ora, indi per cui la grigliata media inizia sempre con quelle 2 ore di fame aggressiva in cui si rade al suolo il tavolo con taralli e patatine nell'attesa che l'addetto alla carbonella prepari il fuoco. L'addetto alla carbonella è quella posizione sociale più ambita di una vacancy da CEO Apple. La gente inizia a raccontare le proprie esperienze per dimostrare di essere più bravi degli altri. Tra queste annovero:

- quello esperto perchè ha fatto una grigliata a Cattolica nel 2006 e ha portato mille tipe;
- quello che la fa sempre suo paesotto di montagna.
- quello che ha la fattoria da generazioni, e quindi la carne la tratta come una principessa.

Alla fine fan tutti gli espertoni, ma la situazione più comune è questa



Io, da cittadino, lascio il campo ai più esperti.

Nel frattempo arriva un reggimento di zanzare il che porta a: 

- litrate di autan + porconi;
- schiaffi gratuiti alle braccia degli amici prese d'assalto dalle zanze;
- gente che inizia a zampettare per evitare di avere le caviglie ricoperte da bubboni;
- disagio


Prossima grigliata: Così


Nel frattempo la carbonella è pronta ma metà delle persone è già piena da quel connubio di patatine e coca cola. Siccome alle grigliate si invitano sempre 800 persone, già so che non si mangerà mai insieme. Anzi, appena la prima salamella viene estratta dal fuoco, rigorosamente metà cruda e metà bruciata, un gruppo di gente si scaglierà con veemenza che manco quelli che fanno shopping durante il black friday.

Hanno fatto la prima salamella 

CE STA LA SALAMELLA REGà




BUONA

Più affamati dei mangiatori di patete di Van Gogh.   
Seguono poi le costine, che ci mettono 90 ore a cuocere, e siccome le griglie sono sempre 10 cmq x 10 cm, ce ne sta solo una, il che vuol dire altre ore di attese. 
Ad un certo punto la gente si stufa di aspettare e il tutto finisce con i classici wurstel Aia, che dalla disperazione però qualcuno addenterà crudo dalla confezione come il peggior crucco. Se hai fortuna ti sei ritagliato un quarto di coscia di pollo, sennò avrai speso per aver mangiato solo le Rodeo, che però sono sempre sublimi. 
Nel frattempo cala il buio, la gente inizia ad essere catrafratta sulle sedie. Vige l'apatia e quelle aspettative di fare barbecue fino a notte fonda, si dissolvono nell'aria. Probabilmente,causa carne cruda, passerai pure una notte insonne con dolori di stomaco. Una volta a Milano su un terrazzo mi hanno tirato una gavettone d'acqua perchè facevamo bordello post grigliata e i vicini erano presi male. L'unica nota positiva è quella di stare con gli amici. Ad una grigliata ho conosciuto il mitico Mitch. Ma in compagnia si può stare anche in pizzeria.

In conclusione, ad una grigliata preferisco sempre e comunque una pizza on the couch.







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