lunedì 9 febbraio 2015

DOMANI INTERROGO

Questo post nasce, come quello di Tinder, da una condivisione con la pluripremiata sparatrice di cazzate Noemi e del suo amazing blog Mangia Prega Sbatty e per questo sarà un po' diverso dal solito. Un po' di mesi fa aveva parlato di quello che per me è stato e rimane un periodo buio della vita. No, ovviamente non raggiunge i livelli di baratro delle medie, che sono  gli anni più osceni dell'esistenza di un individuo, ma ci va vicino: il L I C E O.

Ebbene si per questo post in condivisione come il cesso quando sei in Erasmus mi è toccato un viaggio nel tempo, un #TBDM ovvero un throwback di merda: IL LICEO (da leggere un po' con il tono di voce di "LA LUNA NERA" con annessa risata e inquadratura di una piazza trash italiana).
Premetto a tutti che ho fatto il liceo classico, che già è un po' da imbruttiti, e come tutti quelli che han fatto il classico me la meno come non mai, anche se ancora commetto errori di ortografia proprio su questo blog. Fatto sta che la supremazia del liceo classico è più conclamata dell'ignoranza di Flavia Vento. Se tornassi indietro nel tempo lo rifarei 100mila volte, ma ricordo quei 5 lunghi anni come un'angoscia costante. Il mio liceo ha lo stesso nome di un carcere minorile. Per la serie: sono stato avvisato/cagate sotto.

Siamo negli anni 2000, quel baratro dell'evoluzione della società in cui l'HSL e i jeans a vita bassa con panza di foera erano considerati cool, e se avevi la fucking criminal poi te le prendevi tutte (si come no).




La Rams23 e la Cuba10 (per chi è nato a Milano) erano il lasciapassare per le serate al Room97 (oggi the Club). I più temerari andavano a ballare al pomeriggio, mentre se andavi alle sera tiravi massimo alle 1.30 con qualche genitore che ti riportava a casa. #disagio. Il patentino era il primo sintomo di un'apparente libertà e il Topexan era il tuo best friend. La radio passava pezzi tipo "Superstar" di Jamila, che a volte mi chiedo se è ancora viva, oppure il già citato "Turn me on" di Kevin Little mentre Pharrell cantava con i N.E.R.D. Le tipe c'avevano i Winnie the Pooh attaccati al Nokia e i diari trash mega gondi con dentro dei segreti inconfessabili.


#DISAGIO


L'anno iniziava con l'ansia di non riuscire ad accaparrarsi i posti in ultima fila. Ma soprattutto con la convinzione che avresti avuto davanti quei 9 mesi in cui ti saresti alzato alle 7.20, cosa per me a dir poco illegale, e mi sparavo quelle 5/6 ore di lezione al giorno su argomenti mega interessanti ma di cui non mi ricordo pressoché nulla. 5/6 ore che al classico sono monopolizzate da quella threesome latino-greco-italiano, quelle tre materie che ti fanno morire dentro. Quelle ore interminabili in cui fantasticavo nella mente su come era il mondo fuori, mentre dalla quinta fila della mia classe guardavo i cani che correvano nel parco conscio che avevano una vita più interessante della mia. Per non parlare del fatto che il sabato mattina, mentre ora ti riprendi dall'hangover del week end, un po' anni fa ti stavi subendo 'na lezione su Hegel. WAAAAT



La svolta era l'ora di educazione fisica in cui la mia incapacità sportiva mi portava ad un'ora di cazzeggio epocale con quel tocco di "don't give a fuck" riguardo al TEST DI COOPER. Ma puoi? Che sbatti epocale. Una lascito delle scuole statali fasciste in cui si cercavano adepti per l'esercito. 
Per non parlare del momento interrogazione. Grazie a Dio esisteva la "giustificazione", il jolly del liceo. Quella cosa per cui non facevi un cazzo per mesi e poi quando ti giustificavi dovevi recuperare 800 pagine di storia, tipo dagli Egizi alla prima guerra mondiale in un pomeriggio. E la cosa assurda è che ci riuscivi. Ora mi basta leggere il Topolino per perdere la concentrazione.
La massima gioia della giornata era data quando arrivava il bidello per comunicare che non c'era il prof. Felicità mai vista, tipo che il prof magari stava per morire ma tutti erano sul dont give a fuck, e soprattutto, come mai i bidelli sono sempre degli scarti sociali? Quello messo meglio aveva gli occhi tipo Malocchio Moody, e una consecutio temporum dei verbi non pervenuta.

Il prof non ci fu oggi. Domani venuto

Per non parlare dei compiti in classe a sorpresa che suscitavano un panico/sbattimento tipo esodo del primo week end d'Agosto. E poi il peggiore/la peggiore. Il tipo/Tipa che stava dalla parte dei prof. Quell'elemento pronto a ricordare quello che il prof si dimenticava di dirti. tipo:

- Scusi professore: Ma non ha ancora assegnato i compiti per settimana prossima
- Scusi professore, ma non doveva interrogare oggi?
- Scusi professore, Potrebbe darci più compiti così capiamo meglio?



Ma la cosa peggiore era sempre il momento del calcolo della media. Non si sa per quale congiunzione astrale ma la media era sempre 5.8 il che ti faceva fare quelle conversazioni con i tuoi amici della serie:

"mi darà 6? Dai secondo me sì. Secondo te? Poi comunque sono migliorato nel quadrimestre dai, cioè si vede che mi sono impegnato. O no? No dai non può darmi il debito".

Mi è venuta l'ansia solo a scrivere questo post. Mai più liceo, mai più.

Nessun commento:

Posta un commento